Quello delle occupazioni abusive è un problema che riguarda in generale tutto il nostro Paese, in particolare le grandi città, dove le diverse situazioni di disagio sociale sono maggiormente evidenti e pesanti.
Se da un lato persone con seri problemi economici rivendicano il diritto di vivere una vita dignitosa, occupando un immobile in disuso o altrui pur di avere un tetto sopra la testa, dall’altro i legittimi proprietari immobili hanno pari diritto di difendere i loro immobili da un’occupazione abusiva.
Quest’ultima può avere inizio in tanti modi, anche con un comunissimo sfratto per finita locazione non potuto eseguire oppure con un’irruzione in una casa temporaneamente vuota.
Quest’ultima ipotesi è divenuta tuttavia di difficile attuazione negli ultimi anni, per via dei sistemi di videosorveglianza diffusosi grazie ai bonus statali per l’installazione.
Comunque sia, la questione dell’occupazione abusiva di un immobile o di un altro resta una piaga diffusa e meritevole di interventi giurisprudenziali.
Riportiamo in merito a questo argomento due sentenze dei tribunali di Roma e Napoli. Con la prima si evidenzia come l’occupazione abusiva di un immobile privato determini un danno per il proprietario, che perde così la disponibilità del bene trovandosi impossibilitato di ottenerne alcuna utilità. Con la seconda sentenza, si chiariscono i limiti tra occupazione abusiva ed usucapione di un bene in compossesso.
Il caso dell’usurpazione di una proprietà privata
La questione si riferisce a due proprietari, di cui uno ha citato in giudizio l’altro, affermando di essere comproprietario di una metà indivisa di una strada privata e che lo divideva dall’altro soggetto.
Il godimento comune di quest’ultima, per la durata di 45 anni, ha visto l’interruzione nel momento in cui il convenuto in giudizio ha voluto impossessarsi di una porzione della strada, in parte delimitandola ed in parte realizzandone posti auto con un accesso facilitato alla propria area carrabile.
La controparte ha reagito cercando inizialmente una tutela in via possessoria, in base ad un regolamento condominiale indicante l’esistenza di una divisione e di una servitù di passaggio, chiedendo inoltre i danni per occupazione abusiva.
Il caso è giunto al tribunale di Roma che, attraverso la sentenza 11004/2019, ha dato ragione al ricorrente proprietario “usurpato”.
Infatti, il regolamento condominiale stabilito dal vecchio proprietario unico dell’edificio, accettato in seguito dai successivi proprietari dei singoli appartamenti e trascritto nei registri immobiliari, ha visto un effetto traslativo e quindi ha determinato la comproprietà. Di conseguenza, i giudici hanno condannato il soggetto “usurpatore”, costringendolo ad eliminare le delimitazioni (alcuni paletti e della segnaletica) sulla strada ed a risarcire la controparte.
Usucapione di un immobile oppure occupazione abusiva?
La Corte di Appello di Napoli, attraverso la sentenza 2396/2019, è intervenuta su un’altra diatriba. Il tutto è nato dalla citazione in giudizio da parte dei proprietari di un immobile nei confronti di un altro proprietario di altri tre appartamenti nella stessa struttura, in quanto questi occupava un terrazzo di copertura (in compossesso con i soggetti ricorrenti). I primi ne domandavano il rilascio e conseguente risarcimento danni per occupazione abusiva. Dall’altra parte, invece, il proprietario occupante chiedeva la dichiarazione di usucapione.
In primo grado, il tribunale di Torre Annunziata ha accolto il ricorso dei soggetti, intimando all’occupante di consegnare le chiavi del terrazzo per facilitarne il libero accesso. Posizione poi confermata anche successivamente dalla Corte di Appello del capoluogo campano, che ha disposto anche il risarcimento per il mancato uso. I giudici non hanno accettato l’usucapione, in quanto le date e le indicazioni ad esse relative risultavano eccessivamente generiche.
Come si può notare con quest’ultima sentenza, in alcuni casi il confine tra occupazione abusiva di un immobile e presunto usucapione dello stesso risulta essere davvero labile e che è necessario essere in possesso di una documentazione alquanto chiara, soprattutto per quanto riguarda (come in tale caso specifico) eventuali date o periodi di uso o utilizzo di un bene o di una proprietà.