Il 21 Marzo l’Italia ha recepito la Direttiva 2014/17/UE sulla valutazione degli immobili. Nella nostra penisola sono molteplici le figure che possono ricoprire il ruolo di valutatore immobiliare, ma ad oggi non è ancora presente un albo professionale e questo ovviamente porta ad interrogarsi sull’obiettività del giudizio e su i parametri utilizzati.

Chi può valutare un immobile

Ad oggi coloro che possono valutare in Italia un immobile sono:

  • le società di valutazione immobiliare;
  • gli agenti immobiliari;
  • i periti;
  • studi associati di professionisti;
  • ingeneri, architetti, geometri, periti industriali e agronomi.

Affinché queste figure possano definirsi valutatori immobiliari devono avere alle spalle almeno tre anni di esperienza e competenze in estimo. Oltre ad essere ferrati su sistemi catastali, fiscalità immobiliari, diritti urbanistico, matematica finanziaria, statistica ed economia. Importante è anche che i valutatori immobiliari abbiano competenze di rilevazione dei dati, nell’applicazione del procedimento di stima, nell’audit immobiliare e nel riesame dei rapporti di valutazione.

Come si valuta un immobile?

E’ bene sottolineare che coloro che sono valutatori immobiliari in Italia non sono racchiusi in un albo professionale, ma sono coordinati dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI).

L’ABI al fine di tutelare il consumatore ha stilato una Guida per la valutazione immobiliare, al fine di “ concorrere a modernizzare il mercato italiano delle valutazioni, rendendolo più efficiente, dinamico ed integrato a livello europeo mediante l’aggiornamento a principi e standard, internazionalmente riconosciuti, che consentono di eseguire valutazioni degli immobili improntate a criteri di massima trasparenza, certezza ed economicità”.

Oltre che a “tenere conto delle disposizioni di vigilanza previste dal Regolamento Ue n. 575/2013 del 26 giugno 2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi nonché della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 febbraio 2014, n. 17, in merito ai contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali”.

Ovviamente i valutatori immobiliari devono seguire principi etici, anche se non sono iscritti ad un albo:

  • devono mantenere l’autonomia professionale;
  • non devono agire in modo fraudolento o ingannevole e mantenere la riservatezza sul rapporto di valutazione;
  • devono redigere un rapporto di valutazione obiettivo e privo di analisi false o non accurate, né deve esprimere opinioni;
  • non devono agire in conflitto di interesse (esempio: svolgere attività di intermediazione su un immobile il cui richiedente ha vincoli di parentela con il perito).

Chi vuole diventare valutatore immobiliare

Chi intraprende questo lavoro può dimostrare le proprie competenze attraverso la norma ISO 17024 e la qualifica REV di Tegova. Ovviamente al fine di svolgere una valutazione che abbia criteri obiettivi e uniformati c’è bisogno che il perito segua costanti aggiornamenti, che implicano un minimo di 60 ore ogni 3 anni.

Al fine di creare una garanzia non da poco al cliente che si affida alla figura professionale del valutatore immobiliare e che vorrebbe avere una valutazione obiettiva.

Al momento però in Italia i progressi di modernizzazione del mercato di valutazione immobiliare sono ancora lenti e ci si auspica che con la Direttiva 2014/17/UE le cose possano migliorare in fretta.